Il progetto prevede la trasformazione degli edifici rurali esistenti, in stato di grave degrado, in un complesso ricettivo dalle diverse funzioni (salone delle feste, wine bar, spazi espositivi), che funga da elemento di connessione tra i flussi urbani provenienti a sud dalla val Staffora e quelli a nord dal territorio del vogherese. Allo stato attuale la porzione di costruito rivolta verso il paese di Retorbido, fondata sull’antico muro di contenimento del torrente Rile che venne interrato definitivamente nel 1894 a causa delle continue esondazioni, risulta un luogo chiuso, separato dal contesto urbano.
Obiettivo del progetto diventa quindi connettere il complesso e la sua corte/piazza al paese mediante un “vicolo” dal quale è possibile anche accedere al wine bar (75 m²) e allo spazio porticato (195 m²) destinato a esposizione e ristorazione durante la stagione estiva. In questo modo diventa possibile creare un luogo di riferimento per il paese stesso.
Dalla corte/piazza si accede poi alla grande sala a doppia altezza (215 m²), adatta sia per conferenze che per feste, con relativi servizi. Tale spazio viene ricavato mediante la rimozione completa dei muri d’irrigidimento preesistenti del corpo di fabbrica e l’inserimento di una nuova copertura a struttura mista (metallo/legno), appoggiata su pilastri costituiti da profili a C da 300 mm in acciaio in modo da non gravare sulle murature perimetrali esistenti. Un doppio ballatoio che corre lungo i lati lunghi della sala a un’altezza di 3 m, inoltre, consente, oltre a effettuare normali operazioni di manutenzione, a consolidare tali murature. L’accesso principale alla sala è costituito da un corpo cilindrico rivestito in lamiera ondulata, memoria di un silos, avente la funzione di hall d’ingresso sulla cui copertura sono disposte le macchine
per il condizionamento dell’aria.
Nella zona a nord della sala è previsto un giardino, accessibile dalla via Coriassa, di connessione tra la corte e lo spazio porticato polifunzionale.
Progettisti: arch. Lorenzo Berni (progettista resp.), arch. Stefano Teo Fabbris, arch. Stefano Barbò, arch. Filippo Selis e arch. Martino Guidobono.